I LUOGHI SIGNIFICATIVI LUNGO IL CAMMINO |
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SANT'ANTIMO |
Uno
dei più insigni esempi di architettura monastica del Medioevo. Fondata da Carlomagno nel
781, la chiesa attuale risale al 1118. La facciata, ultima parte della costruzione, è
rimasta incompiuta, ma denota influenze cistercensi; i semipilastri addossati alla parete
dovevano probabilmente sorreggere un nartece esterno, che non fu mai costruito. Il portale
della facciata è di due epoche diverse: l'architrave, del XII sec., è scolpito con
volute di foglie che simboleggiano l'albero della vita. Il resto del portale è di poco
posteriore, ed è ornato da capitelli con fregio a motivi vegetali. Sul fianco destro
della chiesa si apre un altro portale, del X sec., con ricchi elementi decorativi
geometrici e fitomorfi negli stipiti, e animali mitologici sull'architrave. All'altezza
dell'architrave del portale sono visibili delle mensole in pietra, che servivano come
punti di appoggio per le travi della tettoia del chiostro. Quest'ultimo, a pianta quadrata
di 19 metri di lato, è andato totalmente distrutto. Sul chiostro si affacciava la sala
capitolare, di cui resta solo un'elegante trifora. Imponente l'abside semicircolare con
cappelle radiali decorate con fantasiosi capitelli che rappresentano animali fantastici e
figure antropomorfe. La parte posteriore culmina con la bella bifora che si apre
nell'abside maggiore. Sul lato destro dell'abside si eleva il maestoso campanile di tipo
lombardo a 4 ordini, decorato da lesene, con aperture a monofore e bifore. Sul lato
sinistro troviamo la cosiddetta cappella carolingia (VIII-IX sec.), ora sagrestia, piccolo
edificio a navata unica con abside semicircolare. L'interno è a tre alte navate, privo di
transetto, su colonne e pilastri con bellissimi capitelli (alcuni in onice): il più
notevole è quello che sormonta la penultima colonna della navata sud; raffigura Daniele
nella fossa dei leoni (l'episodio è diviso in due parti: Daniele in preghiera in
mezzo ai leoni affamati, e I leoni che sbranano gi accusatori) ed è opera del
Maestro di Cabestany. L'artista, proveniente dalla Linguadoca e documentato dalla metà
del XII sec., deve il nome al luogo di una delle sue opere: la chiesa di Cabestany nei
Pirenei orientali, del cui timpano fu l'artefice. L'interno è percorso in tutta la sua
lunghezza da un matroneo praticabile sul quale si aprono bifore. Il presbiterio è
composto da un'unica abside con ampio deambulatorio, sulla quale si affacciano tre
cappelle radiali. Al centro del coro, l'altare maggiore è circondato da sei colonne con
bei capitelli. Sovrasta l'altare il Crocifisso ligneo policromo del XII sec.. Nella
piccola cripta, forse del sec. XI, Resurrezione del sec. XVI. La mensa dell'altare è una
lastra tombale paleocristiana, nella quale sono ricordati i consoli Rufino ed Eusebio.
Particolare attenzione merita il deambulatorio, la parte più antica e più bella della
chiesa. I costruttori vi hanno utilizzato senza risparmio alabastro e travertino per
capitelli e colonne. A destra della cappella radiale centrale, dentro due arcatelle
cieche, sono affrescate due Figure di Santi, opera di Spinello Aretino (XV sec.). A
sinistra del deambulatorio troviamo l'ampia apertura da cui si accede al campanile; sulla
destra si apre invece l'ingresso della già nominata cappella carolingia, detta di S.
Benedetto, edificio a navata unica rettangolare con abside semicircolare. Le pareti sono
in parte rivestite da affreschi monocromi di Giovanni d'Asciano (XV sec.), raffiguranti la
Vita di S.Benedetto. Da un accesso esterno si può raggiungere la piccola cripta
sottostante (con due absidi contrapposte) dove quattro colonnette con capitelli a piramide
tronca rovesciata dividono lo spazio interno in tre navatelle. A destra della chiesa, i resti del monastero, in parte ricostruito e oggi sede dei canonici di S. Norberto.
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