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I LUOGHI SIGNIFICATIVI LUNGO IL CAMMINO

SANT'ANTIMO

14-Sant'Antimo.gif (12514 bytes)Uno dei più insigni esempi di architettura monastica del Medioevo. Fondata da Carlomagno nel 781, la chiesa attuale risale al 1118. La facciata, ultima parte della costruzione, è rimasta incompiuta, ma denota influenze cistercensi; i semipilastri addossati alla parete dovevano probabilmente sorreggere un nartece esterno, che non fu mai costruito. Il portale della facciata è di due epoche diverse: l'architrave, del XII sec., è scolpito con volute di foglie che simboleggiano l'albero della vita. Il resto del portale è di poco posteriore, ed è ornato da capitelli con fregio a motivi vegetali. Sul fianco destro della chiesa si apre un altro portale, del X sec., con ricchi elementi decorativi geometrici e fitomorfi negli stipiti, e animali mitologici sull'architrave. All'altezza dell'architrave del portale sono visibili delle mensole in pietra, che servivano come punti di appoggio per le travi della tettoia del chiostro. Quest'ultimo, a pianta quadrata di 19 metri di lato, è andato totalmente distrutto. Sul chiostro si affacciava la sala capitolare, di cui resta solo un'elegante trifora. Imponente l'abside semicircolare con cappelle radiali decorate con fantasiosi capitelli che rappresentano animali fantastici e figure antropomorfe. La parte posteriore culmina con la bella bifora che si apre nell'abside maggiore. Sul lato destro dell'abside si eleva il maestoso campanile di tipo lombardo a 4 ordini, decorato da lesene, con aperture a monofore e bifore. Sul lato sinistro troviamo la cosiddetta cappella carolingia (VIII-IX sec.), ora sagrestia, piccolo edificio a navata unica con abside semicircolare. L'interno è a tre alte navate, privo di transetto, su colonne e pilastri con bellissimi capitelli (alcuni in onice): il più notevole è quello che sormonta la penultima colonna della navata sud; raffigura Daniele nella fossa dei leoni (l'episodio è diviso in due parti: Daniele in preghiera in mezzo ai leoni affamati, e I leoni che sbranano gi accusatori) ed è opera del Maestro di Cabestany. L'artista, proveniente dalla Linguadoca e documentato dalla metà del XII sec., deve il nome al luogo di una delle sue opere: la chiesa di Cabestany nei Pirenei orientali, del cui timpano fu l'artefice. L'interno è percorso in tutta la sua lunghezza da un matroneo praticabile sul quale si aprono bifore. Il presbiterio è composto da un'unica abside con ampio deambulatorio, sulla quale si affacciano tre cappelle radiali. Al centro del coro, l'altare maggiore è circondato da sei colonne con bei capitelli. Sovrasta l'altare il Crocifisso ligneo policromo del XII sec.. Nella piccola cripta, forse del sec. XI, Resurrezione del sec. XVI. La mensa dell'altare è una lastra tombale paleocristiana, nella quale sono ricordati i consoli Rufino ed Eusebio. Particolare attenzione merita il deambulatorio, la parte più antica e più bella della chiesa. I costruttori vi hanno utilizzato senza risparmio alabastro e travertino per capitelli e colonne. A destra della cappella radiale centrale, dentro due arcatelle cieche, sono affrescate due Figure di Santi, opera di Spinello Aretino (XV sec.). A sinistra del deambulatorio troviamo l'ampia apertura da cui si accede al campanile; sulla destra si apre invece l'ingresso della già nominata cappella carolingia, detta di S. Benedetto, edificio a navata unica rettangolare con abside semicircolare. Le pareti sono in parte rivestite da affreschi monocromi di Giovanni d'Asciano (XV sec.), raffiguranti la Vita di S.Benedetto. Da un accesso esterno si può raggiungere la piccola cripta sottostante (con due absidi contrapposte) dove quattro colonnette con capitelli a piramide tronca rovesciata dividono lo spazio interno in tre navatelle.
A destra della chiesa, i resti del monastero, in parte ricostruito e oggi sede dei canonici di S. Norberto.

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