Borgo
fra i boschi con un castello in posizione strategica posto su di un colle di quasi 900 m.,
già documentato prima dellanno mille come possesso dellAbbazia di San
Salvatore. Luogo di sosta sicuro in una regione non propriamente raccomandabile, come
attestano alcuni toponimi dei dintorni (Mala Mulier e Callemala).
Offre
la visione indimenticabile di panorami sconfinati che dall'Amiata spaziano alla catena
dell'Appennino, dai laghi di Bolsena e Trasimeno al riverbero sfumato del Tirreno. Il
paese sorge alle falde di un'elevata rupe vulcanica di roccia basaltica che si erge a 896
metri sul mare, coronata dai ruderi di una imponente fortezza che per secoli dominò il
valico di confine tra la Toscana e il Lazio. Di origine etrusca, come è risultato dal
recente accertamento di un tempio dedicato al dio VERTUMNO nel bosco Isabella, e dopo la
frattura culturale prodotta dalle invasioni barbariche, Radicofani recuperò l'antico
ruolo viario e strategico ad opera di Desiderio, ultimo re dei Longobardi. Nel corso dei
secoli successivi Radicofani appartenne allo Stato Pontificio, alla Repubblica di Siena,
al Granducato di Toscana e al Regno d'Italia dopo il plebiscito del 1860.
Partendo
dalla sommità della rupe si impone alla vista il castello feudale edificato in epoca
carolingia. Ampliato e fortificato dal Papa Adriano IV (1154) fu successivamente
trasformato in fortezza per ordine di Cosimo I dei Medici dal famoso architetto
Baldassarre Lanci, e dal 1297 al 1300 fu inaccessibile rifugio del ghibellino Ghino di
Tacco le cui imprese furono celebrate da Dante nel VI canto del Purgatorio, e dal
Boccaccio nel Decamerone. Dopo la caduta della Repubblica di Siena il castello fu teatro
di una eroica resistenza fino al tramonto del giorno 17 agosto 1559 quando fu ammainata la
gloriosa Balzana, ultima bandiera della libertà comunale in Italia. La fortezza subì il
definitivo abbandono nel 1735 dopo il doloso incendio della polveriera.
Nella parte alta del paese si trova il Palazzo Pretorio, sede attuale del Comune,
costruito nel 1255, con sulla facciata gli stemmi dei podestà senesi al tempo della
Repubblica. Discendendo la Via Principale si trova la chiesa di S. Agata, ex
convento dei minori conventuali, con all'interno uno splendido dossale di Andrea della
Robbia, un crocefisso ligneo trecentesco ed un pregevole gruppo ligneo policromo del
secolo XVIII. Nella piazza di fronte, la chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo,
in stile romanico del XIII secolo, con terrecotte invetriate della scuola dei Della Robbia
e statua lignea di Francesco di Valdambrino. Nei giardini pubblici adiacenti alla piazza
la statua in pietra basaltica di Ghino di Tacco. A valle del paese si trova la grandiosa
Villa Medicea 'La Posta".
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