I LUOGHI SIGNIFICATIVI LUNGO IL CAMMINO |
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ROMA |
Il pellegrino medievale entrava attraverso la Porta San Pellegrino che
corrisponde attualmente allArco di SantAnna. Si costeggiano le mura deviando a
sinistra e poi a destra, si continua diritto per Via di Porta Angelica, si passa il
colonnato del Bernini e si arriva in Piazza San Pietro. La Basilica di San Pietro fu edificata tra il 315 e il 349 proprio sul luogo dove si trovava il circo di Nerone nel quale venne martirizzato San Pietro e poi una grande necropoli cristiana. Nel 1500 viene costruita la nuova grande basilica fatta erigere da Giulio II su progetto del Bramante, al quale seguirono Raffaello, Baldassarre Peruzzi e Antonio da Sangallo il Giovane, a lungo incerti tra la pianta a croce greca e quella a croce latina. Michelangelo, incaricato nel 1546, immaginò un corpo a croce greca dominato da una cupola e posto al centro di una piazza, progetto proseguito da Vignola, Pirro Ligorio, Giacomo della Porta e Domenico Fontana. Per volere di Paolo V Carlo Maderno ritornò alla pianta a croce latina, e realizzò la facciata. Il 18 novembre 1626 Urbano VIII la consacrò. La cupola è di Michelangelo e consta di un basamento su cui poggia la calotta a doppio guscio. Cinque varchi danno accesso al portico. Altrettante porte in bronzo fungono da accesso alla basilica: l'ultima a destra è la Porta Santa, che si apre solo negli anni giubilari, quella centrale è opera di Filarete (1439-45). All'interno, sul pavimento della navata centrale sono riportate le lunghezze di altre grandi chiese del mondo e, presso la porta, il disco dove Carlo Magno si inginocchiò. La luminosa cupola si imposta su quattro pilastri che sorreggono arcate. Sotto la cupola si trova l'altare papale, coperto dal Baldacchino (1633) che Bernini fuse col bronzo tolto dal Pantheon. Nella Confessione, 99 lampade perenni illuminano la tomba di Pietro. Nella prima cappella della navata destra, la Pietà, opera giovanile di Michelangelo (1498-99). L'abside ha come sfondo la cattedra di S. Pietro, opera in bronzo di Bernini (1656-65). Santa Maria Maggiore. Sorta secondo la leggenda a seguito di una miracolosa nevicata verificatasi nell'agosto del 356, fu consacrata alla Vergine per volere di Sisto III all'indomani del concilio di Efeso (431). L'interno ha ancora un aspetto abbastanza simile a quello basilicale antico. La navata mediana conserva un pavimento in parte del sec. XII e un magnifico soffitto ligneo del '500, dorato, secondo la tradizione, con il primo oro giunto dalle Americhe. Dello stesso secolo sono i preziosi mosaici dell'arco trionfale. La vasta abside è rivestita da un grandioso mosaico di Jacopo Torriti (Incoronazione di Maria, 1295). Il transetto di Niccolò IV è affrescato con i Profeti forse da Pietro Cavallini, Cimabue o Giotto giovane. Nella navata destra si apre la cappella Sistina, di Domenico Fontana (1584-87). Sotto l'altare cinquecentesco è l'oratorio del Presepio, con un gruppo di statue di Arnolfo di Cambio (fine '200). Nella navata sinistra Flaminio Ponzio realizzò nel 1605-11, in asse con la Sistina, la cappella Paolina; sul ricchissimo altare, Madonna su tavola (sec. XII-XIII). San Giovanni in Laterano. La Cattedrale di Roma fu innalzata tra il 313 e il 318 per volere di Costantino su edifici dei sec. I-III. Fu più volte restaurata, in particolare da Domenico Fontana, che per Sisto V aggiunse la loggia della Benedizioni su piazza di S. Giovanni in Laterano, e da Francesco Borromini, che rifece le navate nel 1646-57. Nella facciata, l'ultimo passaggio a destra è la Porta Santa. L'interno è a cinque navate e conserva, in quella centrale, un soffitto ligneo del '500. Un tabernacolo ogivale del 1367, decorato da affreschi coevi, accoglie le reliquie delle teste dei Ss. Pietro e Paolo. Il mosaico dell'abside proviene dall'antica chiesa ed è opera di Jacopo Torriti e di Jacopo da Camerino (fine sec. XIII). L'attiguo chiostro, a colonnine binate dai vari capitelli incrostate di mosaici al pari del fregio, è opera dei Vassalletto (1215-32). La struttura della Scala Santa, costruita dal Fontana su incarico di Sisto V, cela la scala ritenuta a partire dal '400 quella percorsa da Gesù in occasione del suo processo. Ancora oggi i fedeli la salgono in ginocchio per osservare dall'esterno, attraverso le grate, il Sancta Sanctorum, cappella impreziosita da affreschi e mosaici del se. XIII e, sull'altare, da un'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) del Redentore (sec. V-VI). San Lorenzo fuori le Mura. La basilica, una delle quattro patriarcali ed eccezionale testimonianza della fusione di due chiese, nasce attorno al 330, quando Costantino eresse il primo luogo di culto per dare sepoltura alle spoglie di martiri cristiani. Nel sec. VI papa Pelagio II costruì, parallela a quella costantiniana oggi nascosta sotto il vicino cimitero del Verano, una chiesa, alla quale Onorio III attaccò nel XIII sec. un altro edificio sovrapponendolo a quello pelagiano. A seguito del bombardamento del 19 luglio 1943, è stata riportata alle originarie forme duecentesche, epoca cui appartengono il portico e il campanile romanico. Nell'interno, a tre navate su colonne antiche, si percepiscono subito i differenti momenti di costruzione della basilica. La tomba del cardinale Fieschi in controfacciata, gli amboni e il candelabro pasquale lungo la navata centrale sono opera dei Cosmati (sec. XIII). Il presbiterio corrisponde alla basilica pelagiana, in parte interrata da Onorio III: la trabeazione risale al sec. IV, il ciborio è la più antica opera (1148) firmata da marmorari romani, la cattedra episcopale data al 1254. L'annesso chiostro romanico è della fine del sec. XII. San Paolo fuori le Mura. La più vasta delle basiliche patriarcali dopo S. Pietro, si sviluppò all'epoca di Costantino sul luogo dove riposavano le spoglie del santo, e fu consacrata nel 324, venendo ampliata e abbellita nei secoli. A seguito dell'incendio che il 15 e 16 luglio 1823 la distrusse completamente, venne ricostruita secondo la pianta e le dimensioni antiche e consacrata nel 1854. A destra dell'ingresso principale è una porta che conserva i battenti bronzei (1070) dell'antica basilica. Sull'altare maggiore domina il ciborio gotico di Arnolfo di Cambio (1285), impreziosito da bassorilievi e statue. A destra, candelabro pasquale di Nicolò di Angelo e Pietro Vassalletto (sec. XII). Nell'abside, mosaico del tempo del sec. XIII. L'annesso chiostro, ad arcatelle su colonnine binate e trabeazione ad intarsi e mosaici, è opera in parte del Vassalletto e fu ultimato prima del 1214. Santa Croce in Gerusalemme. La prima testimonianza di un luogo di culto risale agli inizi del IV sec., quando Elena, madre di Costantino, consacrò un ambiente della propria residenza al culto cristiano, ma la chiesa fu riedificata in forme basilicali nel 1144-45 e rifatta nel 1743 per Benedetto XIV. Il pavimento è cosmatesco; l'abside è ornata da un affresco attribuito ad Antoniazzo Romano (circa 1492); il sottostante sepolcro di Francesco Quinones è di Jacopo Sansovino (1536). La cappella di Sant'Elena, in fondo alla navata destra, è decorata nella volta da un mosaico, rifacimento (circa 1510) dell'originale di Valentiniano III, e si dice conservi sotto il pavimento la terra del Calvario portata dalla santa a Roma assieme alle reliquie ospitate nella vicina omonima cappella. San Sebastiano (fa parte delle Sette Chiese, ma non è chiesa giubilare). La basilica, fondata nel IV sec. presso il cimitero dove ebbero momentanea sepoltura gli apostoli Pietro e Paolo e dove furono sistemate le spoglie del martire, venne rifatta nel XVII sec. da Flaminio Ponzio e Giovanni Vasanzio, che realizzarono la facciata e sistemarono l'interno, chiuso da un coevo soffitto ligneo. La 1a cappella destra custodisce la pietra con l'impronta dei piedi lasciata, si dice, da Gesù nell'episodio del Domine, quo vadis ?. Santuario Madonna del Divino Amore (non fa parte delle Sette Chiese, ma è chiesa giubilare).
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