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I LUOGHI SIGNIFICATIVI LUNGO IL CAMMINO

VITERBO

30-Viterbo-Trattodicintamuraria.gif (48788 bytes)Libero comune dal 1095, assunse il titolo di città nel 1167, ma è nel duecento che Viterbo conosce la sua epoca d'oro, caratterizzata da una forte espansione edilizia conseguente all'elevazione a sede episcopale (1192). Vengono così edificati i principali monumenti civili della città, come il Palazzo dei Papi e i Palazzi del Capitano del Popolo e del Podestà, oltre a un'imponente cinta muraria - lunga quasi 5 chilometri - con le due porte attraverso le quali passava la via Francigena: Porta Fiorentina a nord e Porta San Sisto ( o Porta Romana) a sud. Con il giubileo del 1300 e le conseguenti elargizioni dei fedeli, anche l'edilizia religiosa conosce uno sviluppo senza precedenti, favorendo così indirettamente la nascita di numerosi ospizi, alberghi e taverne.
Attraverso la Porta Fiorentina si raggiunge la p.zza S. Lorenzo primo nucleo della città.
Cattedrale di S. Lorenzo (XII sec.), costruita su un'antica pieve del IX sec., ha una facciata rinascimentale del 1570. Bello il campanile in stile toscano, innalzato nel trecento. Oggi l'impianto architettonico della fondazione duecentesca si rivela solo dopo aver varcato il portale d'ingresso: l'impianto basilicale è a tre navate, con due solenni filari di dieci colonne raccordate da archi a doppia ghiera. L'abside meridionale conserva all'esterno la corona ad archetti pensili tra i quali si inserisce la decorazione con motivi vegetali e zoomorfi scolpiti a basso rilievo. La straordinaria serie di capitelli (dodici per lato) in peperino costituisce oggi la testimonianza più significativa della costruzione romanica.
S. Maria Nuova, fondata nel 1080. A questa epoca risalgono la cripta anulare sostenuta da due grandi pilastri, e il chiostro costruito sul fianco sinistro della chiesa. La chiesa nelle sue forme attuali va invece datata tra la fine del XII e gli inizi del XIII sec. La costruzione in blocchi di peperino è stata molto manomessa: nella tribuna rimane la decorazione ad archetti pensili con mensole figurate sopra la quale si inserisce un fregio geometrico anch'esso in peperino. In facciata si può vedere il pulpito da cui predicò S. Tommaso d'Aquino. All'interno l'impianto basilicale a tre navate è diviso da filari di colonne collegate da archi a doppia ghiera. I capitelli in peperino sono scolpiti con motivi figurati desunti da quelli del vicino duomo. Da segnalare nella chiesa l'immagine del Salvatore: la leggenda vuole che il dipinto fosse trovato casualmente in un campo da alcuni contadini nel 1283. Dal fianco sinistro della chiesa si accede al chiostro romanico.
Il Palazzo dei Papi (XIII sec), con la loggia traforata a sette archi intrecciati sostenuti da esili colonnine, oggi museo d’arte sacra con quadri del seicento e del settecento.
30-Viterbo-QuartiereSanPellegrino.gif (21027 bytes)La zona più tipica è costituita dal quartiere medievale di San Pellegrino: un dedalo vie con il Palazzo degli Alessandri (XIII sec.) e il museo della macchina di Santa Rosa. E' un interessante esempio di urbanistica medioevale, con torri, case con bifore e cavalcavia su un impianto di vie strette e tortuose che si allargano in pittoresche piazzette, circondate da edifici con facciate in tufo e peperino annerite dal tempo. Tra esse, piazza S. Pellegrino, con l'omonima chiesetta romanica un tempo annessa a un ospizio. La dedicazione a questo santo indica l’importanza che ebbero i flussi di pellegrini per questo quartiere cittadino, nel quale si addensavano, giubileo dopo giubileo, le strutture ricettive e assistenziali della città.
Il convento della Santissima Trinità, chiesa a tre navate, conserva nella cupola affreschi di Giuseppe Toeschi, una Deposizione di Cristo fiamminga (XV sec.). Monumentale è il chiostro quadrato con una bella fontana al centro.
In prossimità di Porta Romana troviamo la chiesa di S. Sisto, fondata nel IX sec. sul sito di un tempio pagano e successivamente ampliata. Interessante e insolita è la parte absidale, che sporge dalle mura medioevali ed è scandita da sottili colonnine che reggono archetti ciechi. La chiesa ha due campanili: uno appoggiato al transetto, l'altro (del XII sec.) in una torre delle mura. L'interno, d'impianto basilicale, è a tre navate su colonne nella parte verso la facciata, la più antica, mentre si riduce ad una sola navata verso la zona absidale, costituendo così una sorta di prolungamento longitudinale del presbiterio. Belli i due pergami romanici e l’altare maggiore, ricomposto con parti del IV-V secolo. La cripta, molto rimaneggiata, è forse quanto rimane di una fabbrica ancora più antica, i cui elementi architettonici furono riutilizzati nel nuovo edificio.
Il convento di San Francesco è posto sulla sommità di una collina, inserita nella cerchia delle mura. La chiesa maestosa e ampia conserva tombe di alcuni Pontefici, fra cui quella di Adriano V. All’esterno vi è il pulpito da dove predicò San Bernardino (1426). La parte absidale ha forme gotiche cistercensi.
Appena fuori le mura di Viterbo il convento di Santa Maria del Paradiso della metà del XIII sec.. Splendidi sono il chiostro romanico–gotico dagli archi a sesto acuto sostenuti da colonnine binate e l’antico coro delle monache cistercensi.
Sempre fuori le mura la chiesa di Santa Maria della Verità con un'unica navata e transetto gotico.

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